Città: un arcipelago di anime e coscienze

2018 | Matteo Galbiati


Uno dei primi elementi di positiva valutazione dell'installazione, con cui Alessandro Costanzo ha voluto interpretare il tema "città", è il non aver rinunciato a esprimersi con i suoi abituali strumenti: il suo codice espressivo, la grammatica visiva della sua ricerca, in questo caso su una scala più ampia del solito "quadro" spingendosi a invadere io spazio-ambiente che l'accoglie, ha saputo trasferire l'abituale estetica del suo sguardo. Una posizione, questa, che ha il merito principale di non avere né trasgredito né abdicato alla coerenza delle sue visioni e, senza camuffare la poetica e i principi che gli appartengono, non ha quindi spinto l'artista a ricorrere a un più facile progetto sporadico ed estemporaneo.

Nelle sue tele, infatti, il peso delle identità, singole e collettive, l'intuizione sofisticata di catturare lacerti di immagini, che si aprono al compimento di storie e vicende umane, si rincorrono legando esperienze diverse, affini e inconciliabili, omogenee e diversissime. Il senso del ricordo, dell'immaginazione e dell'individuale sentimento si riuniscono in proposte che, nel particolare sentire del singolo, riconciliano le plurali unità individuali nella prospettiva di un orizzonte condiviso che si allarga all'altro e alla sua riscoperta a rivivere una sensibilità plurale e molteplice.

Secondo tale orientamento generale del suo messaggio artistico, la "città" si traduce e interpreta in un labirinto fluido, un arcipelago dove affiorano isole che tentano una connessione, le une con le altre, a definire un insieme unico e interagente: l'agglomerato costruito, secondo una lettura altra, si pone come un organismo pluricellulare e non come un'unica entità compiuta e statica. Nella sua disarmonia complessiva ci sono tutti gli spunti per mettere in luce il dinamico flusso vitale che serpeggia sotto, dentro e tra le sue strutture e fanno vivere e animare la città con la bellezza diversa delle sue variegate presenze vitali.

L'opera-installazione si compone di forme dinamiche e poliedriche che sintetizzano proprio una certa idea di dinamicità e si compongono di materiali speciali di forte valore simbolico: lenzuola, cera, cemento e fili sono metafora di protezione, operosità, costruzione, solidità e legami (stretti, da stringere oppure sciolti), principi che connotano l'abitare sociale umano teso tra la sua essenza di artificio e la sua ambivalente conformazione naturale. L'archetipo cui ricorre Costanzo - anche traendo dichiarata ispirazione dai modelli ipotizzati dall'economista e geografo Walter Christaller - evidenzia le possibilità di stabilire reti di coesistenza, di simbiosi empatica tra individui che in un luogo, generato per aggregazioni successive nel tempo, sedimentano e inglobano una collettività diversa che sa diventare comune chiamandosi "città". Un luogo che, per quanto diversamente percepito, appartiene sempre a tutti, purché con la propria esistenza, nonostante resti protetto nella propria isola, ognuno sia disposto ad abitarvi con la propria anima e la propria coscienza, prima ancora che con il proprio corpo.

Matteo Galbiati, Città: un arcipelago di anime e coscienze, in “La città”, Premio Artivisive San Fedele 2017-2018, Silvana editoriale, Milano ︎︎︎


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