Untitled (Je suis)
2019
Performative installation
Flexled, acciaio inox, forex, camere d’aria, batterie
Flexled, stainless steel, forex, inner tubes, batteries
160 x 150 x 120 cm
In collaboration with
Musumeci contemporary - Bruxelles
Una zattera realizzata con camere d’aria, non può trasportare umani, ma soltanto la scritta luminosa “Je suis”.
Rimane alla deriva per giorni, per poi essere ripescata dopo aver interagito col mare.
Rimane alla deriva per giorni, per poi essere ripescata dopo aver interagito col mare.
A raft made with air chambers cannot carry humans, but only the luminous writing "Je suis". It remains adrift for days, only to be fished out after interacting with the sea.
[…] Il quadrato di scuri copertoni di gomma galleggianti di Costanzo porta alta verticale sulle onde marine imprevedibili la scritta Je Suis, luminosa per i led che la compongono. Il mito omerico è qui ripercorso "alla lettera": naufrago, mutando i tempi, non è Nessuno ma lo stesso enigma identitario, che si accende e si nomina scivolando senza meta sulle acque (qualunque lingua del mondo potrebbe in verità esprimerlo). Ma allo scaltro Odisseo l'indefinito Autòs serve come espediente concettuale di salvezza di fronte all'ingenuità grammaticale nominalistica del gigante primitivo, legata al pensiero concreto; sulla zattera tutta artificiale alla deriva nel mare contemporaneo, invece, la luce del pronome personale che afferma l'esistenza del Soggetto è l'insegna, più romantica che concettuale, di una rivendicazione ideologica, che prescinde dalla metafora.
Luciana Rogonzinski
Costanzo's square of dark floating rubber tires carries the word Je Suis high vertically on the unpredictable sea waves, bright due to the LEDs that compose it. Here the Homeric myth is retraced "to the letter": castaway, changing the times, he is not Nobody but the same identity enigma, which lights up and is named by gliding aimlessly on the waters (any language in the world could actually express it). But to the shrewd Odysseus the indefinite Autòs serves as a conceptual expedient of salvation in the face of the primitive giant's nominalistic grammatical naivete, linked to concrete thought; on the completely artificial raft adrift in the contemporary sea, however, the light of the personal pronoun that affirms the existence of the Subject is the sign, more romantic than conceptual, of an ideological claim, which goes beyond metaphor.
Luciana Rogonzinski
A. Guillot, L. Rogozinski, P. E. Antognoli, Rĕlĭquĭae, Siracusa, Tyche Edizioni, 2020, p. 27
Identità e libertà sono sinoni
mi nella metafora di una zattera che fugge, non cerca, approdi. Poiché non ė migrante, ma nomade, all'artista incombe decostruire l'io, l’io ereditato morale, sociale, familiare, per sostituirlo con l'io inquieto, mobile instabile della ricerca. Mobile, instabile, ossia liquido, marino e alla deriva, senza meta o, se c'è, una meta nel percorso stesso. Odisseo contemporaneo, Straniero in ogni terra e tempo, l'artista non si autoafferma tuttavia nel vuoto o nella disperazione. Il suo fare dà forma all'essere nell'opera, e il suo dire (je suis) la proclama vera con serena fermezza. Su questa vera e propria installazione scultorea, si imbarca dunque una condizione esistenziale, il cui viaggio senza inizio né fine, senza vincoli di direzione o durata, si materializza esclusivamente nelle metamorfosi dell’esperienza e dell’attività creativa.